Mare o montagna? Ginepro!

Siete tornati dalle vacanze e non avete raccolto nemmeno una bacca di ginepro nel bosco o in pineta? C’è ancora tempo per rimediare…settembre e ottobre sono i mesi ottimali per la raccolta; ma partiamo dalle basi: cos’è il ginepro e perché mai dovremmo raccogliere le sue bacche?

Il ginepro è un arbusto sempreverde della stessa famiglia dei cipressi; facile da riconoscere, ha bacche scure e balsamiche. 

Lo possiamo trovare un po’ ovunque, dalle Alpi fino alle spiagge e agli Appennini.

Le bacche di ginepro (che si chiamano galbuli) hanno proprietà antisettiche ed espettoranti, utili per combattere la tosse e favorire la digestione.

Hanno un bel colore blu-viola, contengono olio essenziale, in cucina sono molto apprezzate per aromatizzare numerose ricette, non solo di carne. Vengono raccolte a completa maturazione, cioè quando sono quasi staccate naturalmente dal ramo e vengono fatte essiccare.

L’importante è distinguere il ginepro sabina  dagli altri tipi di ginepro; infatti è tossico e velenoso, anche se nei nostri giardini lo si può trovare spesso, apprezzato per la bella chioma e il profumo di resina che emana.
Anche io ce l’ho in giardino, forse anche voi…è questo:

Le bacche sono diverse dal ginepro comune e commestibile, che sono così (foto a destra).

Se vi sembra rischioso raccogliere bacche e di solito non distinguete una foglia di basilico da una quercia, nessun problema: basta comprarle al supermercato! 

 

In cucina si usano per insaporire e aromatizzare i crauti, i contorni invernali come le patate al forno e, ovviamente per fare il gin!

Se vi capita di andare a fare un giro al mare a visitare il giardino botanico di Porto Caleri, oltre a vedere un bel posto e una bella spiaggia dove nidifica il fratino, potrete vedere i famosi ginepri che danno vita all’ottimo gin Caleri! 

Una ricetta gustosa e sana!

A proposito di mare, oggi useremo le bacche per preparare un piatto semplice e buonissimo: il pesce azzurro incontra la cucina macrobiotica. Ecco il merluzzo con bacche di ginepro e carote.

Il merluzzo in macrobiotica è considerato un alimento yang, è inoltre un pesce grasso da cucinare senza aggiunta di condimenti; per bilanciare dal punto di vista energetico, va accostato a delle verdure yin, come ad esempio le carote. Abbinati insieme portano a un equilibrio che ci aiuta a digerire meglio e assorbire tutte le energie necessarie.
La presenza delle bacche di ginepro dona alla ricetta un tocco particolare, deciso, inoltre gli oli balsamici esaltano il sapore del pesce e ci disinfettano le vie respiratorie aiutando a prevenire il raffreddore che spesso ci sorprende in questo periodo.

Questo piatto e’ ideale in questo periodo di rientro al lavoro/scuola, di energia  ne serve molta ma il tempo da dedicare in cucina è ridotto all’osso. Tutt’altro che banale, questa ricetta è indicata per il cambio di stagione in cui l’organismo è debole e affaticato: il merluzzo è un alimento antinfiammatorio come tutti i pesci d’acqua fredda, le carote danno vitamine e fibre essenziali e le bacche di ginepro disinfettano l’organismo.

Ci vuole pochissimo: il tempo di prendere una padella antiaderente, metterci i filetti di merluzzo con bacche di ginepro (intere o schiacciate, andranno cmq tolte a cottura ultimata) e succo di limone, coprire col coperchio e far cuocere a fuoco basso fino a quando saranno cotti. Mentre loro sono in cottura, noi proseguiamo tagliando le carote come ci piace: a julienne, facendo degli spaghettini o a rondelle, condite con limone e un filo d’olio evo. Per completare, aggiungiamo una manciata di prezzemolo o rosmarino sul pesce e abbiamo già fatto!

Quanto ci abbiamo impiegato? Non più di 15/20 minuti, non male dai…è alla portata di tutti e sicuramente meglio di una qualche vaschetta di “roba” già pronta arraffata a caso al supermercato mentre facciamo la spesa di corsa!