Alle fronde dei salici...

Ad aprile ci offre uno spettacolo maestoso e anche un po’ nostalgico, con la chioma brillante delle foglie nuove che si lasciano sfiorare dal vento e dall’acqua: è il salice, che ama l’acqua e che veniva già usato dagli antichi egizi per curare la febbre ed emicrania. 

Simboleggia l’eterno ciclo di vita e morte, ce ne sono circa 450 specie e lo abbiamo sempre utilizzato per intrecciare cestini coi suoi vimini.

Se al mattino ci sdraiamo sotto il salice, proveremo una cura antidolorifica allo sprigionarsi  della sua salicina, una cura del tutto naturale che questo straordinario  albero nebulizza nell’aria, complice la vicinanza dell’acqua necessaria per farlo crescere forte e sano, una sorta di aerosol naturale che ci rigenera. 

La moltiplicazione del salice è facile: il mese di aprile è il momento perfetto per la talea.
Si taglia un rametto e lo si pianta in un vaso con sabbia e terriccio, dopo un mese circa se tutto è andato bene, avrà messo le radici. 

Avere a disposizione un antinfiammatorio naturale come il salice è davvero un privilegio; la buona notizia è che tutti possiamo sfruttarlo!

La corteccia dell’albero giovane contiene glicosidi fenolici, flavonoidi e tannini.

Per ottenere un decotto si usano un paio di pezzetti di corteccia (corrisponde a un cucchiaio pieno) e 100 ml di acqua fredda, si porta ad ebollizione e, dopo aver spento il fuoco, si lascia in infusione per una decina di minuti ed è pronto da bere dopo averlo filtrato. 

Inoltre i fiori (quelli però da piante coltivate allo scopo alimentare) si usano per fare delle frittelle con un gusto molto particolare! 

La salicina contenuta nel salice, viene convertita in acido salicilico dal nostro organismo e usata per togliere infiammazione e come disinfettante. L’acido salicilico viene impiegato sovente anche per trattamenti estetici per la cura dell’acne, dermatite e arrossamenti e prurito del cuoio capelluto. 

E se non beviamo il decotto di salice? Possiamo sempre usarlo come tonico per eliminare le impurità della pelle: con la stessa ricetta, lo possiamo trasformare in una lozione per il viso e décolleté aggiungendo qualche goccia di limone e applicandolo come un normale tonico per la pelle.

Chi deve prestare attenzione all’assunzione del salice? Chi è allergico o sensibile all’acido salicilico, chi si trova sotto cure anticoagulanti e, per precauzione, le donne in gravidanza e allattamento.

Anche gli amenti del salice, così come quelli di molti altri alberi, sono commestibili; di solito vengono cucinati fritti in pastella, ma attenzione: pochi amenti di salice corrispondono praticamente ad assumere due aspirine! 

Sono sicura che la prossima volta che incontrerai un salice, lo guarderai con riconoscenza e ammirazione, proprio come ha fatto Linneo quando lo ha classificato!